6 dicembre, una
magnifica giornata di sole, un gruppo di amici appassionati.
Destinazione Montalcino, Frazione Torrenieri, Località
Citille di Sotto, all'estremo dei terreni del comune.
Colline dolci che guardano Montalcino, circa 400metri s.l.m.
con vigne ben esposte a sud. Azienda familiare dei fratelli Massimo e Gianni
Innocenti che ci aspettano cordiali come sempre, insieme all’enologo dell’azienda, per
una fantastica verticale di 8 annate di Brunello di Montalcino più l’anteprima
della 2012 che tra poco sarà messa in commercio. E come se non bastasse 2
annate di Brunello Riserva e 2 annate lontane tra loro di Vignalsole, il loro
IGT che unisce al Sangiovese del Cabernet Sauvignon e del Merlot.
Cinque ettari di vigneto in tutto coltivati nel rispetto
degli impianti storici per ottenere il massimo risultato qualitativo. Si è
proprio la qualità del prodotto su cui questa famiglia si impegna quotidianamente.
Il Brunello che
producono è quello più tradizionale, solo botti grandi da 30hl e
affinamenti nel pieno rispetto del disciplinare di produzione. 25/30 mila
bottiglie l’anno in tutto tra Rosso di Montalcino, Brunello, Riserva,
Vignalsole e un IGT di pronta beva, “Lume”
La cantina è sotto all'abitazione e ci si accede passando dalla sala dove
faremo la degustazione.
L’ordine e la pulizia sono esemplari e Gianni ci
spiega che le botti si sono pulite fuori ma soprattutto dentro e il vino
durante il suo affinamento viene più volte travasato per permettere di pulire
la botte e in questo modo effettuare anche delle chiarifiche naturali. In fondo alla
cantina si trovano le Barrique del Vignalsole e due grandi Tonneau dove hanno
inizato a fare delle prove di vinificazioni. L’intenzione inoltre è quella di
iniziare a breve a vinificare in legno.
E’ la prima volta che
Gianni e Massimo organizzano una verticale storica come questa e si vede
che anche loro sono emozionati e compiaciuti della nostra presenza. E’ per noi
un orgoglio immenso aver avuto la possibilità di confrontarsi con la storia di
questa cantina e il percorso che ci aspetta è di assoluto valore
1998, 1999, 2001,
2004, 2006, 2007, 2010, 2011, 2012
Riserva 2007 e 2010
Vignalsole 2003 e
2013
Il tutto accompagnato da salumi e formaggi della zona e da
una bistecca di cui ancora porto il ricordo della morbidezza e del sapore della
carne.
Ma veniamo al dunque, dopo una breve indecisione optiamo per
partire dal vino più giovane per tornare a ritroso indietro nel tempo
lasciandoci l’anteprima 2012 per il finale e poi ripartire con le Riserve
terminando con il Vignalsole. Non avremmo potuto chiedere le meglio.
Stappature e racconti si susseguono grazie alla gentilezza
dell’enologo dell’azienda prodigo di informazioni sulle annate, sul clima,
sulle variazioni avute negli anni, su come a partire dagli anni successivi al
2004 il clima abbia cambiato le maturazioni e il risultato.
Questo Brunello è un vino di carattere forte ma
caratterizzato da una qualità dei tannini esemplare per finezza e setosità. Un
Brunello di grandi estratti, rubino intenso, spesso tendente al granato con una
capacità innata di riuscire a mantenere le proprie caratteristiche nel tempo,
sia per colore che per luminosità, per struttura e forte carattere. Grande
eleganza del sorso sempre presente e soprattutto una pulizia innata che si
mantiene negli anni inalterata.
2011 annata 4
stelle, caldissima, maturazioni che raggiungo alte gradazioni alcoliche molto
presto e che costringono tanti a vendemmie in anticipo. Ho ricordi dell’anteprima
di questa annata dove si trovavano vini freschi e profumati ma carenti di
struttura e spesso con tannini che non avevano raggiunto la maturazione
fenolica. Questo vino sorprende in questo, rubino molto intenso, con venature
granato, di grande carica. Il naso e la bocca se la giocano tutta sul frutto
rosso croccante. Lievi accenni balsamici e speziati. Primo incontro di grande
soddisfazione con la finezza dei tannini di questa azienda che accarezzano la
bocca gustosi senza mai graffiare. Buono equilibrio leggermente spostato su
note di grande freschezza e un po’ corto. Nessuno fa miracoli ma questo nei
miei ricordi se la cava davvero bene per l’annata e porta con se un’ottima
bevibilità.
2010 cresce l’intensità
cromatica e anche la gradazione alcolica a vedere dagli archetti fitti che si
distendono lunghi sul calice. L’acidità sostiene bene il colore, bello luminoso
e vivo, al frutto rosso si aggiungono piccoli frutti neri, le more di rovo e
cresce la parte balsamica e speziata con alloro e pepe. Vino di grande
struttura con tannini importanti ma mai aggressivi, strati setosi in
successione. Un vino che grazie alla annata a cinque stelle e all’ottimo lavoro
fatto in vigna e in cantina ha tanta materia da giocarsi che gli garantirà un
futuro estremamente longevo. Notevole.
2007 altra annata
a cinque stelle, di quelle che non si sbaglia mai quando si stappa una
bottiglia di Brunello. Il colore inizia a virare verso il granato senza alcuna
ombra di invecchiamento. Luminoso e limpido. Si inizia a percepire una buona
carica floreale secca di viole, di pot-pourri “rosso” e il frutto si sposta in
maniera importante verso il nero. Prugne e more a far bella mostra di sé.
Cresce l’eleganza che si giova dell’affinamento più lungo e ogni casellina del
puzzle tridimensionale della bocca si colloca al suo posto. I tannini oramai
sono una seta sottile e morbida, avvolgente, lunga la persistenza e ancora una
grandissima acidità a sostegno dell’importante struttura. Sembra fatto ieri
nonostante l’importanza del sorso. Secondo solo ad un immenso 1999.
2006 ancora un
cinque stelle che a volte si manifesta in maniera controversa per gli assaggi
che ho fatto nel tempo. Questa bottiglia sta sicuramente nella parte di valore
dell’annata. Si conferma la forte intensità cromatica oramai quasi
completamente granato e solo un piccolo accenno sull’unghia verso l’aranciato
anche se dalla brillantezza non si direbbe certo che ha già dieci anni. La
parte olfattiva e gustativa si è spostata decisamente verso i terziari, si
attenuano le note fresche e si sostituiscono meravigliosamente col tabacco, col
pepe, con una speziatura importante che arriva fino alla liquirizia. Consueta
trama tannica importante ma di grande eleganza e un’infinita acidità a
sostegno.
2004 ancora due
anni indietro, ancora cinque stelle, L’intensità del colore è immutabile e
sorprendente, il naso invece un po’ tradisce e tende a non voler emergere,
timido e chiuso, austero. La bocca regala qualche emozione in più e la finezza
non manca anche se la struttura è più esile rispetto alle annate precedenti.
Vino comunque perfettamente integro in tutte le sue componenti.
2001 quattro
stelle di un’annata di qualità con qualche problema, vini che alla loro uscita
soffrivano del loro essere monolitici e con tanni duri e spigolosi, spesso
verdi. Il tempo ha fatto bene anche se in effetti rispetto ad altre annate più
giovani e alle due che sentiremo dopo, un certo calo si percepisce. Eccellente
comunque la tenuta, grande luce che sprigiona da un colore sempre più intenso e
granato. Le note evolutive crescono e spicca soprattutto un profondo assenzio.
Struttura sempre importante a dimostrazione dell’ottima forma in cui si trova.
Per essere figlio di un “dio minore” riesce a distinguersi comunque bene.
1999 fa un po’
impressione tornare indietro, prima del 2000, prima del millennium bug che ha
fatto impazzire il mondo senza per fortuna creare alcun danno. Ancora 4 stelle
ma la stoffa qui è altra e la soddisfazione cresce in maniera esponenziale. Se colore
e luminosità sono una costante come sempre ad altissimi livelli, il naso torna
ad essere esplosivo e complesso, ricco di mille sfumature terziarie sempre
pulite e nette. Struttura e parte tannica ancora lanciate in uno splendido
sorriso, Bocca elegante e lunghissima. Se non ci fosse la data sull’etichetta
sono certo che lo avremmo battezzato tutti molto più giovane delle due annate
precedenti. La miglior bevuta di tutta la batteria.
1998, la prima
bottiglia fa le bizze, ma può capitare, non è certo un problema, il naso è
abbastanza sporco e spostato su profumi della terra, del metallo rovente, del
vegetale cotto e profondamente ematico. La seconda bottiglia è quasi perfetta,
rimane solo una leggera sensazione terrosa, umida, ma bel integrata nel bouquet
del vino. Annata che era ancora un quattro stelle ma che come la precedente, se
si esclude la leggera difficoltà evolutiva, ha un grandissimo carattere.
2012 cinque
stelle lusso, da quello che ho avuto il piacere di sentire per ora come
anteprime probabilmente migliore della 2010, e già dirla così sembra un’eresia.
Il colore torna al rubino ricco e di grande carica. Il frutto è profumato e ben
integrato con un parte floreale fresca. I profumi balsamici delle terre di
toscana escono freschi dal calice e il sorso fresco e sapido sorprende per il
buon equilibrio di cui già dispone. I tannini…oramai avreste dovuto capirlo…Innocenti
li doma alla perfezione, non alterandole la grande struttura ma rendendoli
lisci e ben levigati. Quando posso venire a cantina a prendere qualche bottiglia
???
Passiamo alle due riserva, giusto per non farsi mancare
niente.
2010 vi posso
solo dire che alla fine ho comprato una magnum tanto questo vino dona gioia a
chi lo beve. La complessità regala profumi nuovi a ogni sorso e la bocca si
arricchisce di una grande armonia. Un vino all’ennesima potenza
2007 a differenza
di quello in batteria si colloca leggermente sotto alla 2010 pur rimanendo un’ottima
bevuta. Ma potrebbe semplicemente essere una bottiglia in una fase di
rilassamento e non mi meraviglierei se magari tra un anno le valutazioni si
fossero invertite.
Note generali :
i vini dei fratelli Innocenti li conoscevo come tipologia,
vini di grandi strutture, importanti. Quello che non conoscevo è la longevità,
la capacità di mantenere inalterato nel tempo il colore, la struttura e la
freschezza. Bere un 1999 come un ragazzino lascia piacevolmente sorpresi a
ennesima prova se ancora ce ne fosse bisogno che il Brunello, lavorato con
maestria, è un vino immenso che nel tempo migliora senza alcun timore per gli
anni che passano.
L’ospitalità di questa cantina è smisurata, sembrava di essere
in famiglia e non da un produttore. E non serve aggiungere altro.
Non sarà facile potersi confrontare ancora a breve con una
batteria di vini di questo spessore e non posso che essere felice di essere
stato presente.
Arrivederci alla 2012.