lunedì 25 settembre 2017

Retrospettiva 1997 e 2007 – Panzano si misura con il tempo


15 settembre 2017, in concomitanza con Vino al Vino, consueta manifestazione annuale a Panzano, l’unione dei viticoltori locali ha organizzato, presso i locali della Limonaia, una fantastica retrospettiva da due annate superlative, la 1997 e la 2007 per indagare come in annate calde, di qualità eccezionale, il risultato che si ottiene possa mantenere nel tempo le sue ottime caratteristiche, dopo 10 anni e dopo 20 anni.

Partecipano 14 aziende con 23 vini, non tutti Chianti Classico, non tutti Sangiovese, ma sicuramente tutti vini testimoni di quel territorio fantastico che è la Conca d’Oro di Panzano.


Questa zona sta dimostrando una consolidata,  forte propensione al biologico potendosi oramai sicuramente caratterizzare come biodistretto.

Un eco diffuso tra i tanti produttori che conduce alla voglia di distinguersi, di poter andare avanti con zonazioni o comunque di assumere una forte identità distintiva difficile da realizzare all'interno di un consorzio.

Due sono le grandi annate presenti per la maggior parte delle aziende partecipani.

1997 caratterizzata da uve eccezionalmente sane, di grande concentrazione zuccherina e ricchezza polifenolica. Quantità più scarse del normale ma di alta qualità. Tante analogie con l’annata appena raccolta

2007 ancora una volta si distinse per grappoli sani, alte gradazioni, notevole concentrazione polifenolica, un annata definita memorabile.

Due annate con tutte, ma proprio tutte le carte in regola per sostenere abilmente lunghi affinamenti.

Tra i vari assaggi si denotano linee comuni e ben riconoscibili del Sangiovese e delle caratterische pedoclimatiche di appartenenza. L’annata più vecchia spesso riporta a vini “polverosi”, con caratteristiche note ematiche, rugginose, profumi di tostature che avanzano sul frutto tipico. Nella maggior parte tenute eccezionali o al limite solo primi accenni di calo dovuto all’età. 

La 2007 con i suoi "solo" 10 anni dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, quanta sia la potenza dei vini di questa zona ricchi di materia, con spiccate acidità, con tannini importanti e alcol, tutto quello che serve ad un vino per invecchiare in buona salute.

Potenti ma con un nerbo acido che continua a sostenerli egregiamente finanche ai 20 anni raggiunti.

Solo una nota sulle tre aziende che più mi hanno colpito e sui loro vini.

Le Cinciole

Chianti classico Riserva Petresco 1997 : prima annata di produzione di questo vino che in seguito diventerà un vero e proprio Cru dell’azienda. Da sempre affinato in Tonneau per scelta nei confronti della classica botte grande toscana o delle barrique. Il vino è in forma smagliante, brillante e tipico nel colore, fresco e con ancora un grande frutto nel bicchiere che ben ha integrato elegantissime note evolutive di spezie e tostature di caffè.

Chianti Classico Riserva Petresco 2007 : un vino ancora giovane che porta con se la parte nera dei frutti e interessanti note balsamiche. Riconoscibile precursore di quello trovato nel suo fratello maggiore.

Fontodi

Flaccianello della Pieve IGT 1997 : I tannini che caratterizzano questo vino da giovane si sono solamente smorzati, ammorbiditi e adesso danno elegantemente mostra di se. Il frutto tipico si accompagna ancora vivo a note floreali  tipiche della viola e dei pot-pourri in un sorso ricco di pepe, tabacco ed erbe officinali.

Flaccianello della Pieve IGT 2007 : Il fratellino è integro e potente, esuberante. Scalcia ancora nel bicchiere come un vero Sangiovese di qualità, gustoso e ricco, sulla strada che lo porterà ancora molto, molto avanti nel tempo. Dategli un piatto succulento e vi porterà con se in paradiso.

Castello di Rampolla

SAMMARCO IGT 1997 : un vino che identifica l’azienda anche se questa volta non si parla di Sangiovese. 90% Cabernet sauvignon con 20 anni sulle spalle, da far invidia ai grandi Francesi. Eleganti speziature, tannini setosi, note vegetali del sottobosco profumato e ancora tanta, tanta freschezza. Non amo molto questo vitigno ma quando evolve in questo modo non resta che inchinarsi…..chapeau !

SAMMARCO IGT 2007 : un po meno Cabernet con l’aggiunta di Merlot e del sangiovese. Ancora in grandissimo spolvero, bordolese nei tratti, trabocca di frutta nera in confettura, di more e mirtilli, di pepe piccante, di alloro e liquirizia. Il tannino è quello arrogante dell’uva, a tratti aggressivo tende a prendere il sopravvento. Si capisce perfettamente cosa il tempo sia in grado di fare su questo vino e quanto ne serva per innalzare la sua grande godibilità.


Un plauso va comunque a tutti e 14 i presenti e ai loro grandi vini che in ottime annate riescono a sfidare il tempo in maniera egregia. 
Probabilmente la 2017 assomiglierà per qualità delle uve a queste 2 annate sentite e quindi non rimane che attendere i prossimi 20 anni per la doverosa verifica, certi di quello che sarà il risultato.

i vini del Sud Africa