venerdì 23 ottobre 2015

Al 7° Cielo

23 Settembre, Divina Enoteca, la degustazione al 7° cielo, Montrachet Grand Cru

Un occasione unica per degustare alcuni tra i migliori vini del mondo, sicuramente delle grandi eccellenza da una delle zone vinicole più antiche e celebrate.

La batteria dei vini è di interesse assoluto



Cinque Grand Cru dove si incontrano  l' eleganza dello Chevalier Montrachet di Philippe Colin, la grande freschezza del Criots Batard Montrachet di Fontaine Gagnard entrambi frutto della vendemmia 2012, annata ottima per i bianchi; la compostezza del Batard Montrachet di Bachelet Monnot e la perfezione stilistica del Bienvenues Batard Montrachet di Olivier Leflaive, in questo caso parliamo invece di bottiglie relative all’annata 2011, che ci regala vini più caldi e avvolgenti. Discorso a parte merita il Montrachet di Bouchard Père & Fils, sempre del 2011, un vero gigante seppure ancora giovanissimo, ma dalla complessità davvero incredibile: agrumi, pietra focaia e spezie dolci ci hanno regalato delle sensazioni davvero indimenticabili. 


 





Mi tuffo nella degustazione concentratissimo, attento a non perdere una sola sfumatura



Dopo una bella presentazione sulla zona,e sulle caratteristiche, entriamo direttamente nel vivo dei vini che tutti aspettavano e che iniziano a scorrere nei bicchieri uno dopo l'altro.







Le emozioni crescono in attesa di arrivare al Re della serata











e eccoci ai vini nella sequenza di servizio



Criots-Bâtard-Montrachet Grand Cru 2012
Fontaine-Gagnard
1/5 -  0,33ha,  vigne di 12 anni, 900 bottiglie all'anno, 12 mesi legno di cui 30% nuovo. Dorato cristallino, fiori gialli, tanti, fino alla camomilla, frutta, soprattutto agrumi, pompelmo grande corpo, struttura, fresco vivissimo, sapido ma perfettamente equilibrato e di grandissima eleganza. Lunghissimo e con retro olfattiva meravigliosa che aprendosi dona una c'era d'api e note burrose.






Bienvenues-Bâtard-Montrachet Grand Cru 2012
Olivier Laflaive
2/5 - 600 bottiglie anno, vigne di 43anni, 3,68ha, 18 mesi di legno 50%nuovo che non si sente se non dopo un ora che sta nel bicchiere. Oltre alle note tipiche buona balsamica di erbe aromatiche timo, e un tarassaco in evidenza tra i fiori, pomposo, vellutato, burroso, tagliente, sapido elegante e complesso. Anche qui chi la fa da padrona è una meravigliosa retro olfattiva.






Bienvenues-Bâtard-Montrachet Grand Cru 2011
Bachelet-Monnot
3/5 - 600 bottiglie anno vigne di 50 anni, 18 mesi di legno 40% nuovo più 8 mesi in vasche sui lieviti. Ha stentato tanto ad aprirsi e quando gli altri iniziavano a sedersi lui ha preso il sopravvento. Legno più netto al naso, ginestre e camomilla, the verde, pere kaiser e mela cotogne, equilibrio non perfetto, leggermente spostato verso le note morbide, nel finale una nota morbida di cenere e burro.





Chevalier Montrachet Grand Cru 2012
Philippe Colin
4/5 - il re della Serata! 0,27ha, 45 anni, 1300 bottiglie, lutte raisonée (presto biologico) acciaio e legno nuovo 60%, batonnage regolari, 13 mesi e un leggero filtraggio. Fiori di tiglio, camomilla, agrumi, foglia di the, leggere note ossidative e burrose, assolutamente armonico e sontuoso, pomposo e tagliente in continua evoluzione dove anche qui la retro domina la gioia percettiva.





Montrachet Grand Cru Domaine 2011
Bouchard Père & Fils
5/5 - monsier montrachet, la stella della serata rimasta al palo. Lavorazioni e cura della vigna esclusive e maniacali come per il pargolo di un re. Purtroppo ancora troppo giovane si mostra nel suo splendore ma non ancora così eccelso come il Chevalier del 2012. Oltre alle note comuni a questi vini una bella balsamicità. Avrà sicuramente una grandissima evoluzione degna del suo rango ma per adesso cede il passo. Comunque sia siamo al 7° cielo nella degna conclusione di una serata indimenticabile


Ancora una volta un grosso grazie a FISAR Firenze e a tute le sue persone per la realizzazione di questa magnifica serata
















sabato 7 marzo 2015

Ellenica - Vini Greci in terra di Toscana


Bella manifestazione ieri alla Divina Enoteca, nel centro storico di Firenze vicino al mercato di San Lorenzo che grazie alla collaborazione con il consolato greco è riuscita a presentare una ventina di vini tra bianchi, rossi e rosati oltre a un vinsanto.
Ottima anche la presentazione dei vini fatta dai sommelier FISAR presenti all'evento per il servizio. In generale per me era la prima volta che affrontavo queste tipologie di uve e di vini con molte sorprese per gusti inconsueti. Sicuramente la più grande sorpresa è stata trovare una grande qualità nelle lavorazioni in vigna e in cantina che hanno permesso di presentare tutti vini molto puliti e privi di difetti.
Due i grossi gruppi, divisi chiaramente tra bianchi e rossi, due tipi di rosato e un vinsanto che qualcuno riconosce per etimologia in "vino di Xanto". Prima di entrare nei dettagli un giudizio globale per i bianchi ricchi di profumi, freschi, con una spiccata mineralità, spesso di buon corpo mentre molto fruttati, sapidi, decisamente tannici e potenti i rossi. Interessanti i due rosati e particolarmente diverso dai nostri il vinsanto di Santorini.



OINIGOS Metropolis Gold 2008 

Aghiorghitiko 100%  Buona espressione di questa uva, frutti di bosco maturi, more e ribes, profumi netti sia al naso che in bocca, tanto legno, alla francese, un passaggio in barrique nuove per 12 mesi e 4 anni in bottiglia. Buon alcolicità e freschezza.




Melissinos Robola di Kefalonia e Gold

La Robola ha un assonanzo etimologica con la nostra Ribolla e anche i sentori non si spostano di molto sia da sola che in blend con altri vitigni, fiori bianchi e gialli, agrumi soprattutto il limone, salvo che per la grande sapidità dono del territorio dove crescono. Entrambi con una buona beva fresca e un corpo medio.


 Melissinos Mavro e Rodino

Entrambi espressione del Mavrodaphne di Cefalonia con due vinificazioni diversa, rosso secco e rosato. Mavro significa nero e rappresenta perfettamente il colore impenetrabile del vino, frutta rossa matura, balsamico e con una spiccata nota di caffè, di moka, vaniglia e spezie in abbondanza come dominante di tutti i rossi greci assaggiati. Il rosato mantiene leggero il chicco di caffè in sottofondo alla frutta rossa più delicata, a una buona freschezza e sapidità.

Chateau Nico Lazaridi

Vitigni internazionali sia per i bianchi che per i rossi con tendenza al bordolese in varie sfumature e quelche chicca molto particolare per i bianchi da cui partiamo. Di base sempre il Sauvignon Blanc ma in due sfumature diverse, insieme all' Assyrtiko nel Cavalieri e in un blend con Moscato d'Alessandria (Zibibbo) e Ugni Blanc (Trebbiano) nello Chateau Pyrgos. Che dire, quest'ultimo è veramente partocolarissimo, al naso il moscato predomina con un sentore di zibibbo netto e deciso mentre in bocca esce il sauvignon blanc con le sue note vegetali varietali. il trebbiano, tipicamente neutro, lega e da corpo ad entrambi. Diverso il Cavalieri dove il naso è quello tipico del Sauvignon ma la forte mineralità e i toni agrumati sono quelli dell' Assyrtiko. Entrabi con un discreto corpo e una piacevole beva.
I due rossi sono due tagli bordolesi con impiego di cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot. Il clima fa la differnza nel risultato nonostante il sapiente uso del legno e soprattutto il Merlot ne risente pesantemente. Comunque ben lavorati e piacevolmente bevibili entrambi.

Gavalas Winery - Santorini

Tre bianchi e un vinsanto. Dalla sinistra della foto il Katsano, ennesimo autoctono per noi sconosciuto con una piccola percentuale di Gaidouria, fiori, limone e un leggero aroma di miele lo contraddistinguono assieme alla freschezza, mineralità un medio corpo e un buon equilibrio. Segue nella bottiglia blu la grande espressione del mare e della terra Greca, Santorini, Assyrtiko 100%, pere limone e ananas, gran corpo, grandissima freschezza e sapidità, da non smettere mai di berlo. Salto un attimo il vinsanto per passare alla destra alla perla della serata, Santorini Natural Ferment.
L'assyrtiko dimostra tutta la sua capacità di disporre di lieviti e il risultato è uno spumante metodo classico senza le bollicine, senza carbonica, ricco dei sentori di lieviti e bucce della fermentazione che accarezzano la bocca insieme a quella sensazione burrosa, grassa che donano gli spumanti. Infine il vinsanto, la vinificazione è simile alla nostra ma il clima caldo e l'appassimento sulla pianta invece che sui graticci cambia il risultato e quello che si ottiene, oltre che avere fortissime ossidazioni, manca un po della finezza dei nostri vinsanto pur ottenendo i sentori tipici della frutta secca e dei canditi di agrumi.


Skouras Domain

Si passa al Peloponneso, tra i monti della Grecia.
Moscofilero 100% è la proposta bianca. Le prime note sembra no quelle di un gewurztraminer, petali di rosa, miele, fiori e liches, bella acidità, buon corpo, e buona persistenza dove tornano delle note di agrumi e quaalche spezia dolce. Poi due rossi, dove rosso vuol dire Aghiorghitiko.

Grande Cuvée Nemea / 2008 vigne a 1000 metri, sui monti della Korinthia, rubino chiaro, simile a un sangiovese, fruttta rossa simile al sangiovese con qualche frutto di bosco nero insieme, corpo medio, spiccata acidità e tanti tannini morbidi e ben lavorati dalla barrique nei 12 mesi dove viene affinato. Cosa cambia dal sangiovese è la terra, il minerale che spicca come in alcune nostre versioni della costa, tipo quelle della zona di Montescudaio.
Il fratello Saint George, coltivato più in basso, gli assomiglia anche se perde un po in complessità lasciando più spazio ai tannini e al legno. Entrambi hanno bisogno di riposare degli anni per potersi esprimere al meglio.

Palivos Estate

Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in campo !
Un bianco, un rosato e due rossi veramente tosti.
Il bianco, Stone Hills, è un blend di chardonnay e malagousia (direi una malvasia per assonanza e caratteristiche organolettiche) che da una spiccata nota aromatica tipica putroppo non molto sostenuta dallo chardonnay che evidentemente non trova un terreno o un clima per esprimersi al meglio e a cui viene soffocata l'acidità proprio dalle note morbide e fruttate della malvasia. Il rosato Vissino, dove inizia a giocare l' Agiorgitiko insieme al Syrah, ha un colore incredibile, porpora vivo, luminoso, brillante.In bocca di distingue per corpo e per un forte aroma di fragoline di bosco pungente per la tanta freschezza di cui dispone. e si arriva ai rossi potenti, forti, tannici, con una grande struttura, un gran corpo e un gran legno. Vini così hanno bisogno di riposare a lungo per esprimersi al meglio perchè i tannini di cui dispongono ti afferrano la bocca e te la chiudono in una morsa forte. Le note sono le stesse di frutta rossa, vegetali, speziate e anche i terziari si fanno sentire ancora troppo oppressi dal tannino. bisogna avere pazienza per godersi al meglio sia AMMOS che ESATATE.

CHRISOHOOU Estate


Un bianco da 100% Priknadi, PREKNIARIKO, ennesimo autoctono poco conosciuto che rende un vino alcolico ricco di profumi, sapido e fresco, un Blanc de noir da XINOMAVRO che fa un percorso simile a quello del pinot nero per gli spumanti per ottenere un vino floreale e agrumato e per finire due rossi da Xinomavro, NAOUSSA e ESTATE putroppo anche in questo caso soffocati abbastanda da un uso intenso delle barrique.

 

martedì 3 marzo 2015

Vini Greci in terra di Toscana

Bellissima manifestazione in arrivo alla Divina Enoteca di Firenze.
Imperdibile degustazione di 23 vini greci selezionati in collaborazione con Il Consolato di Grecia a Firenze.
Per la prima volta a Firenze un interessante viaggio fra vitigni autoctoni greci e internazionali.

La degustazione è al banco dalle ore 17.30 alle 21.00 circa. Ingresso € 8.00
NON OCCORRE PRENOTARE


Un' occasione unica per imparare a consocere vini Greci in una cornice accogliente come quella della Divina Enoteca, nel centro storico di Firenze.

Ecco i vini i degustazione
Seguiranno al più presto le mie note.

lunedì 2 marzo 2015

Louis Latour - Bourgogne Pinot Noir 2012

Approfittando di una promozione di un noto portale di vendita vino avevo aquistato un po di bottiglie varie di Pinot nero della Borgogna e non solo, tra cui questo Louis Latour del 2012.

Fermentazione tradizionale in vasche aperte, 10/12 mesi in vasche di acciaio e via in commercio, come da tradizione.

Rosso rubino brillante, intenso e trasparente, degno dei migliori Pinot neri, naso ricco di profumi di frutti di bosco, mirtilli, ribes nero, more.
In bocca di medio corpo, poco alcolico, morbido, fine e elegante, pulito in un modo che solo i francesi sanno fare, si conferma negli aromi e gode di una grande beva sostenuta da una splendida freschezza e da tannini lievissimi.

Un leggero chicco di caffè dona al finale un aroma complesso e godibile.
Più bevo pinot della Borgogna, più tutti gli altri si allontanano inesorabilemnte salvo togliere qualche buona eccezione nel trentino (Mazzon) e pochissimo altro.

martedì 24 febbraio 2015

Pinot nero dal mondo

Seconda e ultima lezione di un interessante corso organizzato da FISAR Firenze sul Pinot Nero, in tutte le sue espressioni escluso la più famosa, la Borgogna.
Questa lezione si articolava sul "resto del Mondo" e in particolare sei vini provenienti da Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Patagonia, California e Oregon di cui riporto di seguito una breve nota degustativa con appunti presi durante l'assaggio




Gnarly Head Pinot Noir 2013 (California)
Classico vino della California, il legno c'è e si sente. Rubino abbastanza carico e brillante, varietale nel frutto ma nel bicchiere sprigiona decisamente le note della tostatura fino alle note di gomma bruciata, una "sgommata" in piena regola che si attenua pian piano nel tempo. Caldo, fresco e con un finale medio e "dolcino"


Urlar Estate Pinot Noir 2011 (New Zealand - North Island)
Chiuso al naso e avaro in bocca, si sentono i suoi 14 gradi, il frutto, le spezie e il legno. L'equilibrio nonostante tutto è buono, i tannini ben levigati e un finale medio di scarsa soddisfazione. C'è di meglio a questo prezzo.


Kleine Zalze Pinot Noir 2009 (South Africa Western cape)
 Frutto tipico, balsamico e nette note empireumatiche. Buona la freschezza, tanti tannini ma non aggressivi, setosi, buona la complessità con un bel tabacco che esce nel finale. Dopo una mezzora le note di tostatura sono molto marcate e lo condizionano nel gusto non poco.


Bodega Familia Schroeder Puestero Pinot Noir 2010 (Patagonia - Argentina)
Orribile al naso, niente in bocca. Se vi piace il crystal ball questo è il vostro vino. Su tre bottiglia una "tappata" le altre imbevibili. Peccato, probabilmente un lotto sciupato e spero per loro che possano fare di meglio. Ingiudicabile.


Plantagenet Omrah Pinot Noir 2012 (Western Australia)
Un vino nel complesso semplice, pulito, corto, ma senza particolari difetti. Le note sono quelle varietali anche se tutte a livello abbastanza basso. Ciliege, lampone e spezie, ma è soprattutto il fruttato che viene fuori. Finale corto e di poca soddisfazione.


Dundee Hills Pinot Noir Sokol Blosser 2011 (Oregon)
Per chiudere la serata finalmente un buon pinot nero, siamo ai livelli di un buon village borgognone, e sicuramente è un complimento. Elegante, pulitissimo, alcol perfetto, tannini setosi, frutto fresco, e un bel finale persistente. In Oregon si fanno buoni vini, peccato per il prezzo un po elevato.

lunedì 23 febbraio 2015

Main Divide - Pinot nero dalla Nuova Zelanda

Main Divide è il nome Neozelandese delle Alpi del Sud, la catena principale dell'isala Sud della Nuova Zelanda.
Tecniche borgognone tradizionali, piccoli tini, follature frequenti e successivo affinamento in barrique di rovere per 12 / 18 mesi.
La prima cosa che salta all'occhio è la gradazione alcolica, 14,5° !
Frutto ricco di amarene e ciliege, cioccolato e spezie, corpo pieno, rotondo, rubino brillante, intenso e trasparente.
Non ha la complessità di un francese ma l'isola del sud con le sue pioggie e le escursioni termiche da buoni vini con frutto, freschezza e una leggera sapidità.

Il prezzo forse è altino ma si sa, quando si bevono vini stranieri, le quotazioni sono diverse da quelle che pagano loro....peccato.



venerdì 20 febbraio 2015

A cena (si fa per dire) con le anfore

Bella iniziativa della Divina Enoteca di Firenze che ha dato l'opportunità di degustare 5 vini di aziende biodinamiche (Casadei e Cacciagalli) vinificati e affinati in anfore di terracotta dell'Impruneta. Uno spumante metodo classico con liqueur d'expedition fatto da sangiovese vinificato in anfora, un sangiovese e un syrah toscani e un Fiano e un Piedirosso Campani. il tutto accompagnato da panini sfiziosi preparati dalla padrona di casa.


Si parte con Casadei, Castello del Trebbio, metodo classico millesimato, 18 mesi sui lieviti, carbonico, pungente, perlage fine e molto persistente, chardonnay e trebbiano della Rufina  con la massima espressione di freschezza che questo territorio permette, liqueur d'expedition realizzato con sangiovese in anfora della stessa annata, colore paglierino intenso con riflessi rosati che conferiscono al vino l'idea dell'oro vecchio, non troppo brillante a causa probabilmente del sangiovese che porta con se microresidui dell'anfora, fiori, frutta, agrumi (nel finale), lieviti e crosta di pane. Molto, molto buono !


Si passa alla Campania con i Cacciagalli, una giovanissima realtà dell’Alto Casertano, alle falde dello splendido vulcano spento di Roccamonfina, in quella che gli antichi Romani chiamavano Campania Felix e che ancora oggi è capace di dare origine a prodotti di eccellenza, e che eccellenza ! Sia parte con un bianco, Fiano, nasce e si affina in modo assolutamente biodinamico, senza chimica, senza travasi, senza filtraggi e si vede. Terracotta dell'impruneta da 8hl, tre mesi di macerazione, 6 mesi di affinamento, terre vulcaniche ricche di nutrimento e mineralità, polpa gialla ricchissima, fiori gialli profumatissimi, un corpo immenso, morbido, sapido, lunghissimo e non filtrato. Un alcol che non si sente assorbito da tanto corpo che si riesce a masticare. Complimenti !





Ancora in Campania con un rosso difficile, il Piedirosso. Difficile da vinificare a causa delle forti riduzioni a cui va incontro, difficile da valorizzare perche molto delicato e soggetto a essere penalizzato da travasi e filtraggi. Tutto questo non accade grazie a questo modo di produrre. Il vino rimane integro sei suoi profumi delicati ma vivi, 1 mese di macerazione, almeno sei mesi di affinamento, Profumato di fiori e frutta rossa, grande corpo, ribes che svetta su tutto, sapido, un leggero sentore di pellame tipico, buona freschezza, non troppo persistente. Non filtrato.




E si torna in Toscana, sempre nella tenuta del castello del Trebbio che produce normalmente Chianti Rufina e ha avviato un bellissimo progetto biodinamico che parte dalla vigna con l'impiego dei cavalli al posto del trattore o delle oche per diserbare sotto la vigna. Un esercito di oche che lavora al posto delle macchine dove l'impìego del cavallo non lo permetterebbe. Il primo vino è un Sangiovese, simbolo della zona e della Toscana. Putroppo la foto ha avuto dei problemi e non è il massimo ma il vino è veramente eccellente. Rubino chiaro come si merita un sangiovese, grande freschezza dal territorio, un frutto tipico e vivo, ciliege e lamponi, viole, liquirizia, spezie, balsamico. Tannini dolci con una trama fitta e piacevole, medio corpo, buona persistenza. Se questo sono le anfore, avanti tutta !





Per ultimo una perla. Sempre in Toscana ma spostati sulla costa della Maremma, per la precisione a Suvereto, per produrre un Syrah da far invidia agli Chateneuf di Pape. Grandi spezie, pepe nero profumatissimo, more, mirtilli, ma non marmellatosi, freschi e piacevoli, elegantissimo, ottima finezza, con un buon corpo e una bella struttura, lungo e piacevole al palato, caldo nei suoi 14 gradi. Ottima espressione della maremma. e grandissimo lavoro in vigna e in cantina con le anfore. Complimenti a che sta credendo fermamente in questo modo di produrre i vini e se questi sono i risultati credo che in molti debbano perlomeno capire cosa e come si ottiene.


lunedì 16 febbraio 2015

Vie di Romans - La passione per il vino e per il territorio

50 ettari di superficie vitata nella DOC Isonzo, immediatamente a ridosso del confine col Carso. Una terra con uno scheletro presente e molto ben visibile appena uno si avvicina alle vigne, un terreno di argille ricche di ferro che donano colore e tipicità ai frutti che vengono coltivati.
Tanta passione, e si vede, dell'azienda ancor prima di avere assaggiato i vini. La cura per la vigna, la cura dell'ambiente, la cura della cantina e la grande ospitalità dimostrata sono il miglior biglietto da visita di questa splendida realtà.

Per parlare di quello che ho visto e avuto il piacere di degustare servirebbe un libro, non un blog, ma cercherò di riassumere al meglio le sensazioni ricevute da questi meravigliosi vini con dei semplici appunti.

Vie di Romans, Chardonnay 2012
Grande finezza e enorme eleganza, corpo, struttura, freschezza viva, frutta profumata. Lunga persistenza. Un solo difetto, la barrique nuova è veramente "prepotente" e soffoca sopratutto il naso che prude dal legno. Un vino da lunghissimo affinamento che va bevuto tra qualche anno quando si sarà evoluto al meglio.







 
Ciampagnis Vieris Chardonnay 2012
Che bel vino ! Limpido e cristallino come pochi, profumatissimo con la frutta che esce dal bicchiere accompagnata da una nota burrosa che solo i migliori champagne sanno donare. Un corpo invidiabile, quasi 15% di alcol. L' esposizione nord-sud e l'ampio scheletro carsico su cui si sviluppa fanno un lavoro magistrale. Uno dei migliori chardonnay italiani bevuti !







Dessimis Pinot Grigio 2012
Il vino che non ti aspetti, esce dalla bottiglia di un color rosa cipria brillante, vivo, e non vedi l'ora di sentirlo per capire. Tanto corpo grandi note minerali, sapido e fresco. 12 ore sulle bucce gli donano colore insieme alle argille ferrose su cui cresce, 9 mesi sui lieviti lo evolvono verso note complesse che insieme al suo carattere acido lo rendono bevibile a tutto pasto.







Vieris Sauvignon Blanc 2012
Sauvignon blanc a prevalenza clone francese che fa barrique di primo passaggio e batonnage. Una chicca ! I profumi del sauvignon con la vaniglia intensa della barrique. Un carosello di profumi e sapori unico che si fondono con una finezza e un'eleganza magistrali e una capacita evolutiva notevolissima. Bocca lunghissima di una pulizia estrema. 
Chapeau ! 





Flors di Vis 2012
Un tutto pasto di livello molto alto. Grande lavoro in cantina sui vini base e blend prima dell'imbottigliamento magistrale. Grandissimo carattere, acciaio e sui lieviti per 7 mesi. Il riesling che si apre pian piano nel bicchiere, la forte mineralità della malvasia istriana e tutto il Friuli nel Tocai. Non sbagliano un colpo in questa cantina.




Piere Sauvignon 2012
Ancora un vino meraviglioso, suadentem eleganza e finezza a non finire.I fiori di bosso, il pompelmo, la foglia di pomodoro, netta ma delicata morbida. Ti avvolge la bocca e l'accarezza lasciando una lunga persistenza. 15 gradi, e tanto corpo fruttato lo porteranno avanti negli anni ma se ve lo volete godere subito non abbiate dubbi, la bottiglia finirà prestissimo.



Dis Cumieris 2011
 E questo è l'ultimo, preso a scatola chiusa. 
100% malvasia istriana, macerazione importante e si vede sull'unghia dorata. Naso che non ti aspetti dove si alternano frutta estiva matura a note inconsuete di cane bagnato, pollaio, merde de poule come direbbero i francesi. La freschezza e la mineralità non tradiscono il territorio. Un vino da francesi o da istriani !?

Se siete in zona Mariano del Friuli chiamateli e andate a trovarli, vi ricordere di questa cantina per sempre ! 



sabato 14 febbraio 2015

Salcetino - Chianti Classico 1987 - Emozioni

27 anni, la zona è buona (Radda), la conservazione anche, non è sceso e sembra ancora bello scuro. Siamo assolutamente fuori dalla finestra di bevibilità ma la tentazione di aprirlo è tanta. Che dite lo apro o gli lascio continuare il suo riposo ? Aprirlo e ucciderlo sarebbe triste...

Lo apro !
 La cantina che lo ha prodotto ha cambiato nel frattempo proprietà e adesso è gestita da una società di Udine.
Tanti commenti su Vivino pian piano mi hanno convinto a rendere omaggio alla fatica fatta tanti anni fa dal vignaiolo. Probabilmente anche da giovane non era un grandissimo vino ma adesso è assolutamente affascinante.
Aperto finalmente, il tappo è buono, il profumo anche, lo lascio un paio di ore aperto nella bottiglia e poi vediamo cosa ne esce.

Bella sorpresa, al limite dell'incredibile, il colore ha retto bene, tende all'aranciato ma è normale e la base è ancora rubino. La brillantezza se n'è andata, le note sono opache ma è normale che sia così.
Nel bicchiere è appena torbido, niente di eccessivo, al naso una leggera nota ossidativa, delicata, ma la ciliegia si sente ancora. Inizio a rotearlo e si sprigiona il suo bouque di terziari con una speziatura ancora leggermente pungente. In bocca manca di morbidezza, alcol ce n'è rimasto poco ma la freschezza ancora presente mantiene su il vino. In bocca rimane una base polverosa e il vino è ancora assolutamente gradevole e bevibile nonostante l'età e la fase nettamente calante.
Radda è una zona vocata del chianti e questo è quello che riesce a donare anche dopo tanti anni.

Questa è l'azienda oggi, come si vede dal loro sito, chissa come sarà stata quando questo vino è nato


Se passate in zona passate a rendere omaggio ;-)

Borgo Salcetino

venerdì 13 febbraio 2015

Claudio Cipressi vignaiolo, Tintilia e non solo

Il Molise non è la Borgogna, Bordeaux, il Piemonte o la Toscana. Difficilmente chiunque di noi pensa al Molise per cercare un vino e è un peccato, soprattutto quando poi si incontrano realtà come quella di Claudio Cipressi vignaiolo in San Felice del Molise.

La Tintilia poi credo che sia sconosciuta alla maggioranza. Vitigno quasi scomparso, cosiderato per anni l'unica vera eccellenza della regione e poi abbandonato a lungo per dare spezio a vitigni con rese più alte.
Per molto tempo è stato considerato un parente del Bovale Grande oppure un vitigno di origine spagnola (l'etimologia è di chiara origine spagnola, dove "tinto" indica il rosso intenso dell'uva e del vino che ne deriva).
Claudio Cipressi con fatica e dedizione coltiva sedici ettari vitati con piante autoctone: undici di Tintilia del Molise, tre di Montepulciano, due di Falanghina e uno di Trebbiano.

La degustazione si è svolta in ottobre presso la delegazione Slow Food di Scandicci (FI) a cui era presente anche il vignaiolo che ha spiegato i suoi vini oltre che a trasmettere la sua passione a tutti i commensali.

Partiamo dal Trebbiano, Le Scoste, il vino ha un colore giallo con riflessi verdolini. I profumi sono intensi e fruttati, con sentori di frutta matura e agrumi. In bocca si presenta piacevolmente fresco, sapido, equilibrato, e con un bel corpo e i suoi 13%. Adatto per un aperitivo, un antipasto di pesce ma anche per dei primi con pesce, un po più robusti, secondi di carne bianca e formaggi a media stagionatura. Una bella sorpresa per un vitigno, il Trebbiano, che spesso associamo a vini di largo consumo e basa qualità salvo poche eccellenze.

Si sale con un rosato, Collequinto, 100% Montepulciano con i sui 13,5%. Un rosa tenue, intenso al naso nelle sue note fruttate di more e fragoline di bosco, morbido in bocca non note sapide che aiutano la beva, e anche in questo caso il corpo fa la sua bella parte. Ottimo con salumi, sughi a base di pomodoro, pesce arrosto e anche delle saporite zuppe di pesce.

Si sale ancora in un crescendo di profumi con i rossi, per primo la Tintilia in purezza, Macchiarossa. 14,5% grazie alle eccellenti lavorazioni in vigna e in cantina, brillante nel suo rosso che vira decisamente al granato, il balsamico di erbe aromatiche e la grande speziatura che arriva fino al pepe nero ne determinano un gusto particolare ma piacevole, caldo, rotondo, morbido in bocca, In generale gli arrosti, nello specifico gli arrosticini con cui è stato abbinato si fondono in bocca in maniera egregia.

Più su ecco Macchianera, 85% Montepulciano, 15% Tintilia, 14%, un vino realizzato dopo un'attenta cernita dei migliori grappoli, rosso rubino vivo e brillane, tendnte anche questo al granato. Il montepulciano amplia la gamma olfattiva aggiungendo i frutti di bosco di cui è ricco e aumenta la complessità del vino. Il corpo in questo caso è a livelli alti e l'equilibria e la pulizia lo rendono estremamente piacevole in bocca, sorso dopo sorso. Un vino così oltre agli arrosti può salire fino alla cacciagione, alla slvaggina e hai formaggi con stagionature più alte. Sicuramente il vino più "importante" di tutta la sera.

Per finire una perla omaggiata per l'occasione, un passito speciale, abboccato più che passit vero e proprio, prodotto solo nelle buone annate, Dulce Calicis del 2006. Tintilia appassita in maniera naturale, che ti sorprend al primo sorso con le sue note speziate vivaci e la grande freschezza che lo contraddistingue, unico e intrigante con un grandissimo problema........la bottiglia è troppo piccola e finisce subito !

Claudio Cipressi Vignaiolo

i vini del Sud Africa