Zona inconsueta
il Beaujolais per una degustazione, ma in Fisar tutto è possibile e Anna Paola
stasera ha preparato un bell’approfondimento con vini non facili da trovare. La
Francia è il suo territorio, è a suo agio e si vede tanto scorre piacevole e interessante
la presentazione, dalla storia alla geografia, passando per la geologia, la
viticultura e le note enologiche del caso. Come sempre due sommelier
impeccabili per il servizio alle oltre 40 persone che partecipano alla serata.
AOC : note generali
Estensione del
sud della Borgogna, a sud di Macon, Beaujolais è ufficialmente collegato alla
regione vinicola della Borgogna. La regione prende il nome dai signori di
Beaujeu che furono i proprietari fino al 1400. La denominazione Beaujolais produce principalmente vini rossi dal vitigno
Gamay vinificati secondo i principi della vinificazione semi-carbonica che
favorisce l’estrazione di aromi floreali
e fruttati. Gli antichi rilievi granitici arrotondati posti a nord-ovest della
zona sono la terra privilegiata dei dieci cru delle denominazioni Beaujolais e
Beaujolais-Villages. Qui i vigneti ricoprono le pendici ricoperte di sabbie e
sedimenti che si affacciano sul massiccio centrale, fino a 500 m di altitudine.
Dieci in tutto sono i cru di questa zona e stasera ne assaggeremo ben sei.
Nei terreni
freddi della Francia settentrionale e della Borgogna il sistema d'allevamento
migliore è senza dubbio il basso alberello, il più adatto per esempio nei
terreni ricchi di granito del Beaujolais. Questo sistema d'allevamento riesce a
fornire ottime rese, anche in qualità senza grossi interventi di potatura oltre
al consueto mantenimento dell'alberello.
La “lotta
ragionata” qui è di casa e i suoi principi applicati con dedizione.
Il Gamay
raramente fornisce un forte apporto alcolico, e per questo si usa bene per i
vini novelli, che richiedono una certa freschezza e leggerezza. Raramente viene
assemblato. Solo in Francia e Svizzera si abbina al Pinot Noir, ma i risultati
sono spesso deludenti.
Molto meglio in
purezza, avendo un legame indissolubile e dipendente con la sua area favorita,
il Beaujolais appunto, dove la coltivazione della varietà è praticamente
esclusiva a parte qualche ettaro vitato di Chardonnay per la produzione di
bianchi della zona di cui avevamo sentito un rappresentate durante la serata
Chablis.
L'acidità fornita
al vino è notevole, con profumi di frutti rossi maturi ma allo stesso tempo
molto freschi e una trama tannica fine e fitta. Una caratteristico di quest'uva
soprattutto in vini giovani sono i possibili aromi di banana, tofee e di
acetato, dovuto proprio alla fermentazione anaerobica e alla macerazione
carbonica o meglio semi-carbonica.
Il necessario riscontro : ai sensi non si mente
Domaine Bergeron Beaujolais Julienas
2014 Julienas AOC
Terreni di
transizione da alluvionali a granito. Ottima annata. Lotta ragionata come
comune da queste parti Rubino intenso, striature viola, Frutta rossa molto
intensa, stramatura fin quasi alla banana, leggera speziatura e fiori. Manca
completamente di corpo e struttura e siamo al limite del disarmonico. . Vita
breve, da non bere oltre i 2/3 anni dalla vendemmia in media.
12ha su suoli
granitici ai piedi del monte Brouilly, biologico con chimica quasi del tutto
assente. Rese bassissime, 20hl/ha, Graniti e sabbie. Semi-carbonica a grappolo
intero e parte tradizionale borgognona. Prugne e frutti di bosco, spiccata
mineralità, note vegetali verdi, tannini fini, boisé, purtroppo tutto molto
scomposto. La malolattica non basta a stemperare il carattere ma probabilmente
è solo giovane e da risentire più avanti.
Granito rosa,
clima continentale che dona acidità e profumi.Il naso propone aromi intensi di
fiori, rosa canina, violette, peonie e frutti rossi di bosco. Buona la
struttura e in generale tutte le note morbide che permettono di raggiungere
equilibrio con l’acidità sempre molto spiccata di questi vini e la fitta trama
tannica. Semi-carbonica e malolattica sembrano insieme un buon compromesso.
Scisti e
graniti su residui vulcanici . Frutti Rossi maturi che si spingono fino alle
mele cotogne, fiori secchi, poutpourri. La bocca diventa morbida e carnosa e
trova un buon equilibrio con freschezza e tannini. Stiamo salendo di livello e
anche le barrique usate per l’affinamento, seppur di 4 o 5 livello fanno bene
il loro lavoro senza appesantire il vino.
Frutta rossa e
nera , spezie e sottobosco. Rose secche e boise. Vino più concentrato e tannico
probabilmente a causa del terreno ricco di manganese, tossico per la vite, che
ritarda la crescita e rende i grappoli piccoli e concentrati. Si iniziano a
trovare note chimiche di acetati, tipiche del Gamay.
Château Des Jacques Beaujolais Chénas 2011
Chenas sono le querce, siamo in un bosco tra le altitudini
maggiori del Beaujolais. Produzione tipica borgognona, senza macerazione
semi-carbonica. Vini di maggior struttura e possibilità di affinamento. Zona di
dimensioni ridotte, terreni poco fertili, bucce sottili, acini piccoli. Ancora
le note tipiche di fiori e frutta e la parte acetata, forse a causa
dell’affinamento, adesso emerge ben nitida,lo stesso odore dei fogli di acetato
che una volta si usavano per le lavagne luminose. Le note terziarie dovute
all’affinamento in barrique più giovani si sentono nette ma donano grazia ai
tannini fitti e verdi del gamay. Per me il più piacevole e completo della
serata.
Immancabile vino a sorpresa. Arrivano delle bollicine, rosé,
sottili e morbide in bocca, gentili e aggraziate, quasi da moscato a tappo
raso. E’ un ancestrale a base di uve Gamay, 4,5% demi-sec (e si sente bene lo
zucchero). Profumi intensi di fragole e lamponi rossi e maturi, il tutto in
buon equilibrio grazie ancora alla spiccata acidità che gli dona l’uva e il
clima dove cresce. Ancora Domaine des
Terres Dorée – FRV100 il nome. A chi piace il Brachetto con questo va a
nozze !
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