martedì 24 febbraio 2015

Pinot nero dal mondo

Seconda e ultima lezione di un interessante corso organizzato da FISAR Firenze sul Pinot Nero, in tutte le sue espressioni escluso la più famosa, la Borgogna.
Questa lezione si articolava sul "resto del Mondo" e in particolare sei vini provenienti da Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Patagonia, California e Oregon di cui riporto di seguito una breve nota degustativa con appunti presi durante l'assaggio




Gnarly Head Pinot Noir 2013 (California)
Classico vino della California, il legno c'è e si sente. Rubino abbastanza carico e brillante, varietale nel frutto ma nel bicchiere sprigiona decisamente le note della tostatura fino alle note di gomma bruciata, una "sgommata" in piena regola che si attenua pian piano nel tempo. Caldo, fresco e con un finale medio e "dolcino"


Urlar Estate Pinot Noir 2011 (New Zealand - North Island)
Chiuso al naso e avaro in bocca, si sentono i suoi 14 gradi, il frutto, le spezie e il legno. L'equilibrio nonostante tutto è buono, i tannini ben levigati e un finale medio di scarsa soddisfazione. C'è di meglio a questo prezzo.


Kleine Zalze Pinot Noir 2009 (South Africa Western cape)
 Frutto tipico, balsamico e nette note empireumatiche. Buona la freschezza, tanti tannini ma non aggressivi, setosi, buona la complessità con un bel tabacco che esce nel finale. Dopo una mezzora le note di tostatura sono molto marcate e lo condizionano nel gusto non poco.


Bodega Familia Schroeder Puestero Pinot Noir 2010 (Patagonia - Argentina)
Orribile al naso, niente in bocca. Se vi piace il crystal ball questo è il vostro vino. Su tre bottiglia una "tappata" le altre imbevibili. Peccato, probabilmente un lotto sciupato e spero per loro che possano fare di meglio. Ingiudicabile.


Plantagenet Omrah Pinot Noir 2012 (Western Australia)
Un vino nel complesso semplice, pulito, corto, ma senza particolari difetti. Le note sono quelle varietali anche se tutte a livello abbastanza basso. Ciliege, lampone e spezie, ma è soprattutto il fruttato che viene fuori. Finale corto e di poca soddisfazione.


Dundee Hills Pinot Noir Sokol Blosser 2011 (Oregon)
Per chiudere la serata finalmente un buon pinot nero, siamo ai livelli di un buon village borgognone, e sicuramente è un complimento. Elegante, pulitissimo, alcol perfetto, tannini setosi, frutto fresco, e un bel finale persistente. In Oregon si fanno buoni vini, peccato per il prezzo un po elevato.

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