martedì 29 marzo 2016

La gentilezza fuori dal tempo : Cantina del Glicine

Arriviamo a Neive dopo un viaggio nella nebbia fitta e il borgo antico si mostra ammaliante dei suoi angoli nascosti rimasti in solitudine quasi fuori dal tempo. La cantina è subito all’ingresso del paese, da fuori sembra una delle tante case antiche del borgo, semplice, riservata, che non fa niente per mettersi in evidenza, fuori un cortile con un pozzo antico che poi scopriremo essere del 1600, successivo di poco alla cantina del 1582, unica nel suo genere è l’unica che ancora lavora perfettamente. La signora Adriana ci aspettava e siamo stati fortunati perchè da li a poco arriveranno gruppi di visitatori e sarebbe stato difficile riuscire a visitare la cantina in solitudine guidati dai racconti gentili e competenti.  

Con la signora Adriana mi ero già intrattenuto due volte al vinitaly dove sempre di era dimostrata nella sua immensa educazione e cortesia ma mai mi sarei potuto immaginare di quanto si sarebbe perfettamente integrata nella cornice di questa meravigliosa cantina storica. L’architettura è strabiliante, i muri a mattoni rossi sono ricoperti di muffe vive, molli, ma non c’è un solo odore che possa turbare il riposo dei vini, l’aria scorre perfettamente e mantiene la temperatura costante estate e inverno con un tasso di umidità sempre oltre l’80%. In fondo una cisterna interrata che raccoglie l’acqua che filtra da “camini” posti sul soffitto per favorire la circolazione dell’aria e viene utilizzata per l’irrigazione dell’orto e del giardino. 
Anche qui le pratiche di cantina sono quelle classiche fatte da vasconi in cemento vetrificato e botti grandi in rovere di slavonia, qualche barrique di tostatura media per equilibrare il barbaresco e contenitori in acciao per l’Arneis che deve mantenere i suoi profumi intensi di fiori e frutta. la maggior parte delle uve viene da Neive ma la cantina dispone anche di vigne nel Roero per la produzione della Barbera d’Alba superiore, “La Sconsolata” perché ha perso il 15% del suo vino per fare spazio a del Nebbiolo che aiuterà a conferire morbidezza e profumi complessi, ammorbidendo l’acidità tipica di questo vitigno.  

 

Arrivando alla degustazione ci aspetta un meraviglioso tagliere di formaggi della zona, una toma fresca,una di media stagionatura, un grana padano di 24 mesi e un Blu fantastico per morbidezza e carica aromatica e….grande sorpresa… un piatto di nocciole “perchè l’Arneis si gusta con le nocciole” un bianco da 13% con una bocca ampia e rotonda, ben equilibrato e ricco di profumi che effettivamente si sposa a meraviglia con le nocciole, potenza degli abbinamenti territoriali. Si scorre man mano per Dolcetto con profumi delicati di spezie e Nebbiolo dAlba caratterizzato da ungrande sottobosco e tannini morbidi. La sconsolata è quasi
come un figlio che viene esaltato a ragione nel suo blend non convenzionale che produce un risultato veramente apprezzabile. Si arriva ai tre Barbaresco giusto in tempo prima dell’arrivo delle tante persone in visita e il tagliere dei formaggi diventa nostro fido compagno di gusto. Per primo il Vignesparse, ancora un blend di tre zone, nato per accondiscendere al mercato estero, morbido e facile da bere subito, senza troppe preoccupazioni, segue Marcorino reduce dai premi ricevuti di recente, con grandi profumi di spezie morbide e tabacco, fiori secchi e un bel balsamico di menta selvatica “che cresce in grandi quantità in vigna”, un po duro, talvolta spigoloso nei sui tannini che asciugano la bocca, si sposa a meraviglia con il Blu, pulendo la bocca e integrando le note balsamiche speziate del vino con le muffe dell’erborinato, goduria allo stato puro ! Il Currà non ha bisogno di presentazione, un barbaresco che fa della finezza, dell’eleganza e della morbidezza i suoi cavalli di battaglia, ammaliante come le volte precedenti che lo avevo sentito, tanto da convincermi a prendere una delle pochissime bottiglie premiate del 2010 rimaste insieme all’ultima annata in commercio, la 2011.

Dulcis in fundo i distillati, ciascuna vinaccia di ogni singolo vino viene conferita al distillatore per ottenere grappe monovarietali di Arneis, di Barbaresco, di Barbera e una fantastica acquavite di uva di moscato che oltre ai profumi varietali porta con se una leggera percezione di dolcezza che rimane lunga e piacevole nel finale di bocca. Ripartiamo alla fine quando oramai i locali della cantina sono invasi da visitatori tra cui un gruppo di ragazzi così improfumati da essere ripresi quasi come “molesti” in modo severo dalla signora Adriana, difficile da credere tanto la gentilezza e l’educazione la caratterizzano. Era evidentemente insopportabile che i profumi eleganti dei vini venissero “disturbati” da aromi estranei così intensi.  

Ottimi cibi e grandissimi vini fanno delle langhe un patrimonio incommensurabile per chiunque goda dei gusti dei formaggi, dei porri, della fassona, del tartufo, delle nocciole, delle guancette d’asino e dell’immancabile vino che sia Dolcetto, barbera, nebbiolo, barolo o barbaresco. La nebbia ci è stata compagna forse non piacevole ma sicuramente parte integrante del territorio.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.

i vini del Sud Africa