Lido di camaiore UNA Hotel
Versilia
Apre alle 11 e immancabilmente siamo tra i primi
ad arrivare, prendiamo il calice e via dentro prima che arrivi la folla. Già, questa manifestazione oramai ben consolidata richiama, in
piena stagione di anteprime, una folla non indifferente di esperti, operatori
del settore, giornalisti o semplici appassionati. Ce n’è per tutti!
Il motivo è semplice: le eccellenze della Toscana vitivinicola qui sono tangibili, si toccano con mano e nel bicchiere, tutte insieme, disponibili sempre ad un dialogo e a raccontare il loro lavoro.
Tipicità molto diverse
tra loro ma tutte accomunate da un filo conduttore unico:
la passione. In questa
grande manifestazione possiamo
trovare dal più piccolo viticoltore all’azienda grande e strutturata, per arrivare ai big, a quelli che si vedono
da lontano perché
hanno la fila davanti
al banchino.
Evito i Brunello, salvo uno che mi attira per le annate vecchie
e mi concentro su pochi
Chianti che mi interessano, approfittando di piccole
verticali o interessanti zonazioni.
Se volete
una panoramica ampia del vino in Toscana
questo è il posto giusto!
Il dubbio è se parlare dei vini in degustazione o prendere spunto
dall’evento per parlare
della Toscana vitivinicola e direi che questa seconda
scelta è più interessante, visto oltretutto che possiamo verificare la teoria
con la pratica.
Il Sangiovese
classico
La Toscana è suddivisa da un punto di vista enologico in 2 grandi
macro aree. La zona
centrale tra la provincia di Firenze e quella di Siena fino agli estremi
della provincia di Grosseto dominata dal Sangiovese in svariate espressioni, dal Chianti al Brunello fino al
Nobile di Montepulciano o al Montecucco. Poi tutto quello che gli gira attorno
fatto per la maggior parte da vitigni
internazionali coltivati e lavorati in modi diversi
e comunque spesso accompagnati ancora dal Sangiovese.
Si fa presto
a parlare di Sangiovese...grosso e piccolo, prugnolo
gentile e morellino, tante espressioni diverse legate
al territorio di provenienza dove si sono sviluppate le colture.
Supertuscan
Partiamo dal cuore
storico del Sangiovese, Firenze e Siena,
Chianti, Chianti Classico
e i grandi “supertuscan” che si chiamano
Flaccianello, Cepparello, Montevertine, tutti presenti in esposizione per la gioia degli appassionati.
Brunello
E pensiamo
ancora al Brunello
nelle eccezioni di grandissima eleganza
dell’azienda Stella di
Campalto, al Nobile di Montepulciano,e agli oramai consolidati tentativi di coltivare
Pinot
Nero sull’appennino del Podere Fortuna
e de Il Rio.
Anche nel cuore
del Sangiovese non possono mancare
i vitigni classici bordolesi, a sud della provincia di Siena, a Sarteano, nella Tenuta Trinoro
che presenta grandi ma
giovanissime eccellenze.
…..dalle nostre parti
Ad Arezzo, a lato di Siena e Firenze, ci spostiamo su altri uvaggi
come il Syrah,
coltivato nella zona di Cortona e in Casentino
e sempre il Pinot Nero in Casentino, tra i monti
dell’Appennino. In questa
area si trovano chiaramente anche produttori di Sangiovese che puntano però su lunghissimi affinamenti per dare un’identità riconoscibile al loro lavoro piuttosto che piccole perle
enologiche come il Caberlot, uva ibrida del Valdarno.
Amerighi Stefano
Cortona (AR):
Cortona Syrah
2013 potente al naso e in bocca, frutti
di bosco rossi e neri,
fragole, lamponi, mirtilli
e ribes. Grande estrazione, sottobosco e spezie
nere, tabacco profumato. Morbido e rotondo,
giovane ed esuberante.
Podere il Carnasciale Mercatale V.no (AR):
Carnasciale 2013 il fratellino del Caberlot è più fresco e immediato, naso ampio di frutta rossa e note vegetali, la bocca
si arricchisce di tabacco, pepe bianco, sottobosco umido. Un po’ irruento ma i
tannini di questo vino sono varietalmente molto verdi e avranno tempo di smorzare
gli ardori e donare la propria personale
espressione. Caberlot 2012 il frutto
in confettura è lo stesso
del Carnasciale, ma naso e bocca sono più austeri
e i sentori si spostano in modo ancora
più deciso sulla parte vegetale
dell’erba tagliata, del fieno, fino al peperone
verde. Completa il bouquet
una bella nota ematica e ferrosa e la polvere
del cacao amaro.
Viogner, Sauvignon ma soprattutto Vermentino
Ci spostiamo sulla
direttrice che va da Prato,
con i vini storici
di Carmignano, figli medicei di Francia e Toscana, passando
da Montecarlo verso Lucca con le uve francesi e le esperienze biodinamiche di un distretto che sta crescendo
a vista d’occhio.
Per finire andiamo sulla costa della
Versilia fino a Massa, dove troviamo le eleganti espressioni di Vermentino coltivate in Lunigiana.
Podere Còncori
Gallicano (LU):
Vigna Piezza
2013 Syrah con corpo medio, naso esile di intensità ma elegante, si apre in bocca con mirtilli, ribes e
more, pepe e chiodi di garofano, teso e pimpante
con un finale amarognolo.
Pinot Noir 2013 naso e bocca
aperti e profumati, frutti di bosco
croccanti, ciliege, mirtilli, fragoline di bosco
e ribes, grande freschezza che chiama volentieri il secondo sorso.
Terenzuola Fosdinovo (MS):
Colli di Luni Vermentino Vigne Basse 2015 una delle migliori
espressioni del vermentino a cavallo tra Toscana
e Liguria, fiori bianchi e gialli, una ginestra profumata, frutto intenso dove le mele dominano e un finale fresco,
sapido e speziato di pepe bianco.
Colli di Luni Vermentino Sup. Fosso di Corsano 2014 biancospino, susine gialle,
mandorle fresche, pesche bianche, pera, gelsomino, un tripudio di fiori e frutta, morbido,
fresco, elegante e equilibrato.
Perfino il Tempranillo !
Un’altra direttrice porta da Firenze
verso Pisa, zona Chianti DOCG con le varie sottozone. Troviamo una piccola perla
a San Miniato con del Tempranillo secolare
arrivato chissà quando in Toscana, probabilmente con qualche invasione
straniera.
Beconcini Pietro
San Miniato (PI):
IXE 2013 viole, ciliege, vaniglia, finale teso e speziato di pepe nero e chiodi
di garofano.
Vigna alle Nicchie
2011 luminoso e intenso,
terziari e viole,
bocca ampia, liquirizia, caffè, pellame e caramello.
Infine la costa,
da Livorno giù verso la Maremma, da Bolgheri a Scansano, dove il
Sangiovese diventa Morellino
o i blend francesi
si chiamano Sassicaia. I vitigni bianchi e rossi
sono quelli francesi, gli stessi che si trovano
da Bordeaux al Rodano e si integrano
a meraviglia con il terroir calcareo
e fortemente minerale
di questi terreni.
Senza scordarsi dei Vermentini della costa affiancati sempre più da Sauvignon Blanc e Viognier.
Ci sarebbe da scrivere un libro sui vini di questa zona ma sono già in tanti che lo fanno e vi annoierei. Vi lascio invece la nota di un’azienda che lavora ancora
bene il Morellino e che si affaccia sui tagli bordolesi con un prodotto
interessante.
Terenzi Scansano (GR):
Morellino di Scansano 2014 frutto rosso fresco e profumato, Viole e rose antiche, tannini
morbidi, buona freschezza e sapidità, finale con spezie
dolci.
Morellino di Scansano riserva
Purosangue 2013 ciliege, cannella e pepe nero, tannini pimpanti
ma sottili, fresco e sapido.
Morellino di Scansano riserva
Madrechiesa 2012 frutto fresco e gustoso, fragole
e ciliege mature,
erbe aromatiche della maremma,
speziatura piccante e piacevole tannicità.
Francesca Romana
2011 taglio bordolese, more e ciliege,
mirtilli, noce moscata,
tabacco dolce, cannella, tannini pimpanti ben integrati nel frutto, note di vaniglia
nel finale.
Il tour volge al termine
Abbiamo concluso il nostro tour enologico della
Toscana vedendo idealmente posti ricchi di storia e di una bellissima natura,
assaggiando vini da uve autoctone
e internazionali, di un
livello mediamente molto,
molto alto.
Credo che dovremmo
imparare a conoscere a fondo questa
regione che ci regala in ogni
suo angolo delle gustose eccellenze.
E’ bello acquistare online vini del mondo per scoprire zone nuove, ma provate a prendere il telefono per fissare un appuntamento in cantina e con la macchina andate
a trovare vicino a
voi chi il vino lo produce prima di venderlo
e scoprirete, oltre al vino, tanta professionalità e tanta passione, tanta simpatia e delle ottime
bevute.
E come dicono gli americani...bottoms up !
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