E‘
dal vinitaly che lo volevo ! (cit. Monica)
ovvero ogni scusa è
buona per andare all' Uccelliera !
Si parte
Gita a Montalcino improvvista, una
telefonata ad Andrea Cortonesi che come sempre gentilissimo è
disponibile e sabato mattina si parte. L'opportunità è quella di
sentire le nuove uscite, 2011 e riserva 2010 e prendere qualche
bottiglia tra cui il Costabate 2010 che agogno fin dallo scorso
vinitaly quando Andrea lo tirò fuori da sotto il banco come un
tesoro prezioso che folgorò me e Monica.
Il tempo non è bello ma non piove e
questo ci basta, tanto passeremo la giornata in cantina con Andrea e
i suoi racconti.
Andrea Cortonesi
Andrea è una persona diversa da molti
altri che fanno il vino, fuori dalle logiche comuni, una persona
genuina che vive le sue vigne e la sua cantina insieme alla sua
famiglia, con la passione che gli viene dalla sue origini contadine
di cui a ragione va fiero. Una persona semplice ma arguta,e
estremaente capace di valorizzare con grandissima professionalità
nel vino e nell'ottimo olio tutto il suo lavoro.
Terroir e oltre
Il podere è a Castelnuovo dell'Abate a
sud est di Montalcino, a due passi dalla stupenda abbazia di
Sant'Antimo, 6ha di vigneto divisi in tre vigne a tre altezze diverse
dai 250mt ai circa 500mt s.l.m.
Terreni diversi che mantengono argilla
come base ma si mischiano in alcuni casi a galestro, in altri a
terreni di origine vulcanica per finire con calcari marini, terreni
che danno caratteristiche diverse all'uva, da valorizzare prima in
vigna e poi in cantina.
La produzione è classica, Brunello di
Montalcino anche nella versione riserva per le annate che Andrea
reputa adatte, un Rosso di Montalcino strepitoso, un IGT, il Rapace,
di buona fattura, e un vino degli angeli, sempre IGT, che Andrea
produce solo in magnum, solo nelle migliori annate e in quantità
estremamente limitata di 600 bottiglie, il Costabate, fatto da un
terzo ciascuno delle uve dei tre vigneti e oggetto del mio desiderio.
La grandezza di Andrea aldilà
dell'ottimo vino è la cordialità e la disponibilità a condividere
volentieri i racconti del suo lavoro perchè ci tiene più di ogni
altra cosa a far capire come si produce il vino e come si ottengono
determinati risultati a partire dalla terra che dona in una vigna
acini più grandi ma con buccia più sottile, ricchi di profumi, di
acidità ma con poco estratto e pochi tannini e con grande
mineralità, per passare alle argille della vigna più bassa che
invece donano chicchi più piccoli ma con buccia più spessa dove i
tannini maturano bene e l'estratto è grande come pure la struttura.
Via via il racconto si svolge con piacere e inizi a capire che quelle
parole non sono autocelebrative ma l'indice di un discorso che alla
fine della giornata ti avrà portato a capire perchè quello che hai
nel bicchiere è esattamente così come lo senti e come lo vedi nelle
parole di chi te lo sta raccontando.
All'uccelliera non degusti del vino
ma parli della vita di chi lo produce, il vino appunto.
Dalla vigna si passa in cantina,
acciaio di piccole dimensioni perchè le uve proveniente da ogni
vigna sono vinificate separatamente per conservare e esaltare le
proprie caratteristiche organolettiche, solo lieviti indigeni oramai
da tantissi anni, e dall'acciaio i vini passano per la maggior parte
in botti di rovere di slavonia e per ciascuna botte anche in barrique
di alta qualità di rovere francese (ne ha appena ordinate 50 nuove
per i suoi vini). E inizi gli assaggi con un rosso 2014 per capire
cosa ti aspetta andando subito alle botti grandi del brunello, dal
2014, annata non facile ma che ha le sue caratteristiche di
freschezza e profumi e ciascuna vigna sembra fatta apposta per
contribuire a donare quello che manca alle altre, fresca e profumata
una, con struttura più evidente, speziatura e tannini l'altra. Una
delle caratteristiche dei vini di Andrea è l'uso veramente basso di
solforosa che si limita solo alla prima fase della fermentazione per
poi andare in imbottigliamento senza superare i 40g/l.
La domanda mi nasce spontanea, fermo
restando l'ottimo risultato organolettico dei vini, come si
comportano però nel tempo imbottigliando con una solforosa così
bassa ? La risposta mi spiega che non è tanto la solforosa più o
meno alta che limita la durata del vino quanto la filtrazione che in
Uccelliera non viene fatta perchè un vino è fatto con l'uva e se si
toglie la sostanza dell'uva si perde dell'unicità del prodotto,
probabilmente a discapito della vita. Ho sentito più di una persona
criticare questi vini per la scarsa longevità ma dove sta scritto
che ce li dobbiamo bere per forza tra vent'anni ? I vini dell'
Uccelliera si bevono con grande soddisfazione anche giovani, ricchi
di frutto, di spezie, della terra su cui nascono e di tannini
finissimi, setosi, lavorati magistralmente, con un grandissimo
carattere da subito.
Degustare dalle botti non è come
farlo dalla bottiglia
La degustazione va avanti con i
campioni di botte, vigna singola che poi viene mescolata nel
bicchiere sempre da botte con le altre vigne, come un barman che
miscela sapientemente gli ingredienti del suo cocktail, e ti fa
capire bene come ciascuna concorra con le altre ad ottenere un grande
risultato. Il frutto tipico, le spezie, il legno che si integra e
ammorbidisce il tannino già buono grazie a un attenta selezione
delle uve fatte in vigna. "il chicco si deve assaggiare
masticando prima la buccia, poi la polpa, poi il vinacciolo e infine
tutto insieme e solo così si riesce ad apprezzare la maturazione"
questa è la base della sua filosofia.
Non solo vino
Il tempo passa e dalle botti 2014,
2013, 2012 si passa alle bottiglie, 2011, 2010, 2009, 2008 anche
riserva, 2007, "….se volete andiamo avanti" ci dice
sorridendo.
E mentre continua a servire le sue
annate sfodera il Jolly, la bruschetta col suo olio nuovo ! In
quattro facciamo sparire 1Kg di pane e non so quanto olio in men che
non si dica, discutendo in allegria e degustando i suoi ottimi vini.
Col 2007 ci si rende conto che siamo a
un prodotto maturo ma se fate bene i conti stiamo parlando di 8 anni,
quasi 9, ancora in ottima forma tanto da farsi apprezzare (grande
annata la 2007) da tutti.
Sono le 4 del pomeriggio e ancora
parliamo di terreni, di uva, di cantina e di vino, ancora sorseggiamo
brunello e mangiamo bruschetta e "rischiamo" seriamente di
rimanere per cena vista la grande ospitalita. Si finisce con qualche
acquisto di valore che tanto tra qualche mese di sicuro ripassiamo da
qua per un saluto e magari ci portiamo via un po di questo stupendo
Rosso di Montalcino da bere subito, tutti i giorni.
A presto Andrea, e grazie di
raccontarci la tua vita !
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